L’anno scorso avevo il compito di scrivere un articolo per ringraziare tutto il personale dell’ematologia di Belluno per la loro professionalità.
Non è sempre facile esprimersi se non si ha vissuto con mano determinate situazioni, ma per fortuna Carmen mi ha dato dato i suggerimenti corretti!
Poi quest’anno, a distanza di 5-6 mesi mi sono ritrovata a varcare la porta di questo reparto, proprio io che nemmeno sapevo dov’era situato. Ho quindi testato sulla mia pelle la professionalità, l’umanità e la cortesia di tutto il personale! Mi sono seduta di fronte alla Dottoressa Cimarosto per un consulto avendo scoperto da poco di avere una malattia genetica rara e abbiamo parlato anche di questa casualità.
Che giri
stani fa la vita…
Uscita dallo studio mi hanno fatto accomodare in sala d’attesa e mentre aspettavo la relazione medica mi sono guardata attorno.
Ho pensato a quanto sono fortunata, a differenza delle persone che quella sala poi la vivono diversamente e con tempistiche diverse. Una sala d’ospedale, bianca, anonima con delle sedute di plastica normali, come tutte del resto!
Tante volte a questi luoghi si associano dei ricordi importanti, una diagnosi, una malattia, ma anche delle guarigioni. Nell’ultima riunione del direttivo Ail abbiamo deciso di rendere più confortevole quella sala comprando delle sedie più comode e colorate per poter accogliere con maggior conforto i pazienti ematologici. Io posso solo che condividere a pieno questa scelta, perchè i ricordi legati ad una sala d’attesa sono molteplici e se il contorno è più solare, ben venga, non cambia di fatto una diagnosi, ma aiuta il paziente e i suoi famigliari a sentirsi più coccolati.
Monica