Caro Ail,
Mi chiamo Martina, ti ho conosciuto nel 2010 quando dal mio banco della prima elementare sono stata “catapultata” in ospedale a Padova. Anche lì c’erano tanti bambini, tutti speciali per me con i quali condividevo qualche ora di scuola all’interno del reparto. È lì che ho capito la vera forza del volontariato.
Aspettavo i pomeriggi per fare le attività che ci proponevano: collanine, pitture, costruzioni di giostrine con il legno, massaggi shiatsu. Oggi frequento la prima liceo scientifico scienze applicate al Galilei di Belluno e sono molto contenta di essere seduta in quei banchi di scuola, con nuovi compagni ed insegnanti. Mi piace tanto andare a scuola!
„Conosco solo in parte, caro Ail, le tue attività ma so che aiuti le famiglie che nella malattia sono in difficoltà, trasporti i malati nei centri ospedalieri, contribuisci ad acquistare macchinari negli ospedali ma soprattutto ci sono tanti volontari che danno conforto.“
– MARTINA-
Tutto questo grazie anche alla raccolta fondi delle stelle di Natale, delle uova di Pasqua e delle donazioni di tanta brava gente.
È proprio grazie a questa esperienza che ho capito cosa sia la condivisione e quanto importante sia dedicare un po’ di tempo a chi ne ha bisogno. Per identificare in una sola parola ciò che l’Ail è per me, direi… EMPATIA!